La Drosophila Suzukii sta diventando negli ultimi anni l’incubo dei frutticoltori del Lazio, e non solo.
Di origine giapponese, è stato probabilmente trasportato da merci dell’Estremo Oriente, trovando purtroppo terreno fertile nella grande varietà di produzioni di frutta locali.
Come in molti casi simili di insetti alieni il problema è la mancanza di antagonisti naturali, unità ad una agevole diffusione visto che è un insetto di ampie vedute e quindi si sposta dalle ciliegie (le sue preferite) alle fragole, ad altri piccoli frutti e in alcuni casi anche all’uva.
A sud di Roma invece è una vecchia conoscenza, la Ceratitis capitata, a creare preoccupazione nei coltivatori di frutta.
In entrambi i casi l’unica salvezza è la ricerca scientifica, attivata presso i centri del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) da parte di ARSIAL (Agenzia per lo sviluppo e l’Innovazione dell’agricoltura del Lazio), sperando in una soluzione sostenibile.
Attivi nel progetto anche l’Enea e il Car (Centro agroalimentare di Roma) con il sostegno della Regione Lazio.
Già realizzato un primo incontro con il settore produttivo, sono emerse diverse problematiche sulle modalità più utili per combattere questi due insetti e la soluzione non sembra dietro l’angolo pur trovandoci ormai in una situazione di emergenza per il settore.