La negoziazione condotta dalla nostra amministrazione, assieme alla nostra ambasciata ad Ottawa, con le autorità fitosanitarie canadesi sta producendo gli effetti sperati.
Così Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutta dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, commenta positivamente il sostanziale via libera alle importazioni in Canada di kiwi, che non saranno soggetti, per questa campagna, ad una nuova procedura con nuovi requisiti fitosanitari che il Canada aveva imposto lo scorso luglio sulle importazioni provenienti dal nostro Paese.
I requisiti erano stati richiesti su kiwi e drupacee per prevenire l’introduzione della Lobesia Botrana (insetto noto come tignoletta dell’uva).
Essi contenevano tuttavia misure che in Italia risultano a breve termine, per motivi tecnici o di tempistica, inapplicabili.
Siamo davvero molto grati – ha aggiunto Vernocchi – ai funzionari ministeriali e ai servizi fitosanitari regionali che hanno avviato tempestivamente un dialogo con le autorità canadesi, riuscendo a scongiurare che le richieste provenienti dalle autorità fitosanitarie si traducessero in un blocco delle nostre capacità esportative, creando così di fatto una nuova barriera all’export.
Se è stato raggiunto un primo importante risultato, ora occorre ottenere un’analoga positiva risposta dalle autorità canadesi anche per il susino.
Il susino rappresenta una coltura importante nel panorama frutticolo italiano, con una produzione media annuale di 210mila tonnellate.
Per l’annata 2016 si stima una maggiore resa produttiva rispetto alla media delle precedenti annate, con un quantitativo nazionale atteso di 215mila tonnellate (dati CSO).
L’andamento medio delle esportazioni degli ultimi anni si è attestato sulle 60mila tonnellate, mentre nel 2015 l’export ha segnato una sensibile contrazione dei volumi, attribuita in parte all’impossibilità di raggiungere importanti mercati come la Federazione Russa e il Brasile.
Più del 76% delle susine esportate sono destinate al mercato europeo, mentre sul fronte delle esportazioni nei Paesi extra UE si segnalano il Medio Oriente, l’Africa e il Canada.
Per quest’ultimo, in particolare, si prevede una crescita significativa dell’export nei prossimi anni, in presenza però di una forte competizione con la Spagna, che sarebbe notevolmente avvantaggiata da un blocco improvviso delle nostre esportazioni con danni a breve e medio termine per le cooperative e i produttori italiani.