di Fabio Ciarla
La paura è per il Sud e per quelle regioni, come il Lazio, dove la crisi del settore e il ricambio generazionale hanno lasciato più margini all’abbandono dei vigneti.
Il rischio è che, se si consentirà ancora il passaggio delle autorizzazioni di impianto da Regione a Regione, continui il flusso che tende a concentrare al centro-nord l’intera produzione vitivinicola italiana.
Per questo il senatore Dario Stefano ha scritto al Ministro dell’Agricoltura Martina affinché ponga immediatamente lo stop a questa pratica, che in passato con il sistema dei diritti di impianto ha generato un vero e proprio traffico a suon di migliaia di euro per ettaro.
La campagna 2016, la prima con il sistema delle autorizzazioni che hanno soppiantato appunto i diritti di impianto, ha dimostrato una necessità di riorganizzazione non più rinviabile.
Dei 60.000 ettari richiesti ne sono stati autorizzati infatti solo 6.000, l’1% della superficie nazionale (stessa quota prevista per il 2017), e per non frenare un settore che potrebbe crescere è necessario mettere le mani sulle regole generali.
Al momento il sistema delle DOC e DOCG frena già lo scambio, possibile invece in alcune IGT a patto che l’azienda sia la stessa.
Stefano però vorrebbe che l’azienda possa sì trasferire gli impianti in diversi terreni di sua proprietà, ma nell’ambito dello stesso territorio.
Il concetto è corretto e condivisibile, speriamo si possa arrivare ad una legislazione che tuteli e permetta comunque lo sviluppo.