Ortofrutta, segnali positivi sia dall’export che dal mercato interno

Ortofrutta, segnali positivi sia dall’export che dal mercato interno

di Fabio Ciarla

È un buon momento per l’ortofrutta tricolore, con dati positivi che arrivano sia dalle esportazioni sia dal mercato interno con aumenti diffusi e generalizzati dei volumi e dei valori complessivi, una corsa che però sembra vicina ad una pausa secondo gli ultimi dati ISMEA relativi ai mesi di novembre e dicembre.

Cominciamo comunque con l’export e con i dati di Fruitimprese relativi ai primi nove mesi del 2015, durante i quali le imprese italiane hanno esportato 2,98 milioni di tonnellate di prodotti (+6,2%) per un valore vicino ai 3,2 miliardi di Euro (+12,4%). Nel dettaglio si registrano delle piccole flessioni per le esportazioni di ortaggi (-1,7%) e di agrumi (-4,4%) mentre virano tutte in positivo quelle di frutta fresca (11%) e, seppur di poco, di frutta secca (0,3%). Ma a fare la differenza è in particolare il valore economico dei vari comparti, totalmente positivo con un incremento del 13,5% per gli ortaggi, del 6,5% per gli agrumi, del 12,3% per la frutta fresca e del 18,7% per la frutta secca.

Dati altrettanto confortanti arrivano anche dal mercato interno e relativi al terzo trimestre 2015 (luglio agosto settembre), che confermano come positive le previsioni per l’economia italiana e in salita anche l’indice di fiducia delle famiglie italiane. Il dossier AgrOsserva – l’Osservatorio sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano – relativo appunto al terzo trimestre 2015, stilato da Ismea e Unioncamere, certifica un aumento del sentiment positivo anche degli operatori dell’agroalimentare. Nel dettaglio l’analisi dell’Osservatorio analizza il settore ortaggi con gli aumenti dei prezzi, dovuti anche ad una carenza di prodotto a causa delle condizioni atmosferiche, delle ortive a foglia come – tra gli altri – fagiolini, finocchi e sedani. Crescite importanti, rispetto allo scorso anno, anche per le patate e il pomodoro a grappolo, mentre sono stabili a livello generale le quotazioni del pomodoro ciliegino, datterino e cuore di bue. Ad ottobre si è evidenziato un forte aumento del valore delle zucchine sia all’origine che all’ingrosso, con valori praticamente raddoppiati nell’arco di dodici mesi. Per quanto riguarda la frutta il terzo trimestre del 2015 ha visto salire ma non di molto le quotazioni delle pesche e nettarine, che hanno pagato la grande produzione e la chiusura del mercato mentre è stato positivo il risultato delle susine. Ovviamente, nel pieno della stagione produttiva, hanno virato al ribasso i prezzi dell’uva da tavola, pur rimanendo su valori più alti dell’anno precedente. L’arrivo di grosse quantità di arance dal Sudamerica e dal Sudafrica ha comportato nel periodo estivo una diminuzione consistente dei prezzi mentre la scarsa presenza dei limoni ha fatto sì che in questo caso il valore rimanesse alto. Stabili i prezzi dei cachi ma, come per le clementine, ci sono forti ingressi sul mercato di prodotto spagnolo che calmierano il valore complessivo.

Il campanello d’allarme arriva però dall’ISMEA che, per la prima volta dopo 10 mesi, segnala un calo dei prezzi agricoli rispetto ai livelli del 2014 con un -4,3% su ottobre e un -2,3% su novembre sempre relativamente al 2014. Probabilmente si tratta di una semplice pausa di riflessione, ad ogni modo a risentirne di più è il settore vegetale con il calo degli olii di oliva (-17,7%, probabilmente fisiologico dopo la pessima stagione 2014) e degli ortaggi (-16,7%) mentre la frutta segna un calo più contenuto e i cereali addirittura una crescita.

Condividi questa News

ECONOMIA&FINANZA

MONDO AGRICOLO

OCM/PSR/PAC

Categorie