Sono quasi 80 i milioni di euro di credito movimentati da CoopCredit nel 2015, un dato praticamente già quasi eguagliato nei primi 4 mesi del 2016 grazie a crescite importanti nel Lazio e nel Veneto. Parliamo di una Società Cooperativa specializzata in credito agrario, soggetto delegato di ISMEA per la Garanzia di Stato, che nel centro Italia ha scelto come partner la Banca Popolare del Lazio, un accordo che vede ampliare le proprie aspettative grazie a TerreLab e ai rinnovati sforzi dell’istituto di Velletri per aumentare i propri servizi nel settore.
CoopCredit è una realtà tutto sommato giovane, che prende il via nel 2012 in vista di EXPO e quindi a Milano, ma che allarga negli anni la sua influenza nelle regioni più importanti dal punto di vista agricolo, Lombardia quindi ma anche Toscana, Veneto, Piemonte, Sicilia e appunto Lazio. La società opera in convenzione con la BPLazio dal 2013 e ha appena rinnovato l’accordo in un incontro con il direttore generale Marcello Lucidi, confermando come proprio in questa regione (insieme al Veneto) si stiano registrando i risultati migliori. D’Altronde la CoopCredit è cresciuta del 70% nel 2015 e, appunto, ha già raggiunto la quota dello scorso anno quando mancano ancora i 8 mesi per completare il 2016. La cooperativa ha un approccio di filiera al settore agricolo, con una visione completa del cliente, dalla fase di coltivazione alla messa sul mercato dei prodotti.
Pur se specializzata in credito agrario, la CoopCredit ha anche competenze in consulenza di impresa e finanza agevolata. Il taglio medio degli interventi di cui i consulenti della cooperativa si sono occupati in questi primi anni è di 200/250 mila euro. Parliamo di cifre interessanti per qualsiasi azienda agricola, dalla più piccola alla più grande, considerando che qualsiasi intervento che vada oltre la normale amministrazione – che si tratti di attrezzature o macchinari – in campo agricolo raggiunge facilmente quella cifra. Per non parlare poi di progettualità più ampie con acquisizioni o costruzioni di nuovi impianti.
di Fabio Ciarla