Abolizione voucher, agricoltura e vitivinicoltura le più penalizzate

Abolizione voucher, agricoltura e vitivinicoltura le più penalizzate

di Fabio Ciarla

Il cedimento completo, senza se e senza ma, del Governo alle istanze dei proponenti il referendum per l’abolizione dei voucher lavoro ha messo in difficoltà in particolare l’agricoltura, soprattutto nel settore vitivinicolo.

I voucher erano stati introdotti proprio in vendemmia, nel 2008, e si proponevano come un mezzo semplice e veloce per regolarizzare alcune prestazioni lavorative facendo emergere lavoro nero e rimpinguando le casse previdenziali.

Alcuni settori, però, hanno approfittato delle maglie larghe dello strumento decretandone lo snaturamento, non così per in agricoltura dove l’utilizzo era ultimamente stato ristretto a pensionati, studenti durante i periodi di vacanza e categorie deboli (disoccupati e cassa integrati).

Una operatività di nicchia ma mirata, molto utile per quelle piccole aziende che in brevi periodi dell’anno possono avere bisogno di un supporto e che, con tutta probabilità, torneranno ora a pagare in nero i lavoratori, con tutti i rischi che ne conseguono.

Il mondo dell’enologia e della viticoltura nazionale – in particolare quello delle piccole aziende che è al 90% quello laziale – sta ancora scontando l’entrata in vigore del Registro Telematico, con un aggravio notevole dal punto di vista burocratico, non è da escludere che l’eliminazione dei voucher possa contribuire alla chiusura di qualche altra azienda visto l’appesantimento delle pratiche richieste per andare avanti.

 

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