di Fabio Ciarla
Michelino Zeoli inizia la sua esperienza nel kiwi nel 1994, dando vita ad un’azienda a Borgo Flora (Latina) che negli anni cresce fino ad arrivare a traguardi neanche immaginabili all’epoca. Esportare il kiwi italiano in Nuova Zelanda, negli Stati Uniti o in Korea del Sud non era certamente l’obiettivo iniziale della Zeoli Fruit, ma di anno in anno la capacità operativa e quella commerciale riescono a portare questa realtà a confrontarsi con i colossi del settore.
Oggi la Zeoli Fruit, con poco più di 20 anni di attività alle spalle, può contare su uno stabilimento produttivo grande e tecnologicamente avanzato, nel quale vengono lavorate ogni anno le circa 20.000 tonnellate di kiwi coltivate su quasi 500 ettari in gran parte di soci conferitori. Una piccola produzione di susine accompagna quella del kiwi che qui è nella zona a più alta concentrazione produttiva del mondo. Nella zona di Cisterna di Latina e dintorni questo frutto ha trovato la sua patria ideale per qualità e anche per quantità. Le aziende locali, al contrario dei loro concorrenti di altre regioni o di altre zone del Lazio, possono contare su raccolti quasi doppi ottenendo così un vantaggio competitivo enorme.
La crescita della Zeoli Fruit è stata rapida, già nel 2001 infatti l’azienda si struttura in Società a Responsabilità Limitata mentre nel 2003 nasce la Cooperativa Agricola Zeoli Fruit con 9 soci iniziali e oggi riconosciuta come OP (Organizzazione di Produttori).
Attualmente le due realtà si occupano di fasi e procedure differenti, raggiungendo insieme un fatturato complessivo che supera i 16 milioni di euro e impiegando personale dipendente che si avvicina alle 100 unità.
I mercati principali sono quelli esteri, europei ed extraeuropei, paesi come USA e Korea del Sud, dai quali arrivano con regolarità minuziosi controlli in azienda, per mantenere gli standard produttivi e le specifiche autorizzazioni e certificazioni per consentire le esportazioni. Una curiosità riguarda da vicino il mercato USA per il quale, tra i tanti requisiti richiesti, vengono effettuate interviste private al personale dipendente per sapere come vengono gestiti i rapporti personali all’interno dello stabilimento. Si vuole cioè sapere se anche a livello umano l’azienda è corretta e rispettosa verso i dipendenti.
Le esportazioni verso questi paesi raggiungono il 65% del fatturato mentre l’export verso la Russia è fermo a causa delle sanzioni, il restante fatturato è rivolto al mercato italiano.
Ma come è cominciato il successo di Zeoli Fruit?
“La zona è vocata alla produzione del kiwi – chiarisce subito Massimo Baldan, Presidente della Coop. Agr. Zeoli Fruit – ma con l’avvio della Cooperativa abbiamo anche puntato a lavorare meglio sulla produzione, collaborando con i fornitori e con i produttori conferenti. Forniamo assistenza agronomica e cerchiamo di migliorare tutto il processo per avere un prodotto migliore e con una distribuzione organizzata durante l’anno. Ad oggi puntiamo a inserire nella nostra Organizzazione di Produttori solo quelle aziende che sono in grado di garantire il rispetto dei protocolli di gestione della coltivazione. Non potremmo fare diversamente dovendo garantire prestabilite modalità di produzione e di lavorazione, annualmente vengono effettuati numerosi controlli Regionali sul mantenimento di tali requisiti”.
Eppure la coltivazione dell’actinidia è stata al centro di un disastro agronomico paragonabile a quello del cinipide del castagno o la più recente, e controversa, Xylella per gli olivi. Nel 2008 infatti la batteriosi (nome scientifico PSA – Pseudomans syringae pv actinidiae) ha flagellato le coltivazioni in tutta Italia, a cominciare ovviamente dall’Agro Pontino. La varietà più colpita è stata quella a polpa gialla della quale, solo a Cisterna, sono andati persi circa 700 ettari, come ci ha spiegato l’agrotecnico di Zeoli Fruit Gianni Procacci, che ha poi aggiunto:
“La varietà Hayward invece, che per noi ricopre quasi la totalità della produzione con circa 400 ettari, è stata danneggiata per circa il 30% e ora è in decisa ripresa. D’altronde all’arrivo nel nostro areale (probabilmente il patogeno è arrivato dall’Oriente), le piante di actinidia hanno impiegato tempo per riconoscere l’avversario e attuare una risposta fisiologica di reazione all’attacco, ma ora ci sono riuscite anche grazie al controllo agronomico svolto dagli agricoltori.”
Tanto lavoro quindi e tecnologia, la stessa che si rivede in azienda nella visita che TerraeLab ha potuto fare in occasione dell’intervista. Le celle frigo con tecnologia ad atmosfera controllata per la conservazione, così come tutto il sistema di lavorazione, dalla spazzolatura alla selezione per finire con l’imballaggio, sono altamente meccanizzati e offrono la possibilità di programmare e gestire i vari ordini. Per Zeoli Fruit è importante poter offrire ad ogni mercato il prodotto secondo le specifiche regole e il packaging richiesto, requisito fondamentale per entrare in mercati selettivi come gli Stati Uniti o, ad esempio, la Nuova Zelanda. Da tutti conosciuta come la patria del kiwi, sebbene in realtà l’actinidia sia una pianta da sottobosco originaria della Cina, il Paese situato nell’Emisfero Sud importa produzione dall’Italia nei mesi in cui è scoperto di kiwi locale. Un connubio perfetto per noi che invece difficilmente tendiamo a consumare questo frutto fuori dalla stagione di maturazione, soprattutto ora che – come ci confermano in Zeoli Fruit – grazie a varietà precoci, oltre a quelle tradizionali raccolte nel mese di novembre, e una conservazione in atmosfera controllata, si riesce ad avere il nostro prodotto fresco anche per 6/7 mesi l’anno.
Tra le sfide del futuro per la Zeoli Fruit c’è la ripartenza dell’attività del Consorzio IGP Kiwi Latina, di cui Michelino Zeoli è divenuto da poco vicepresidente:
“Speriamo di ripartire al meglio – ci racconta la signora Pierina Parcesepe, moglie di Michelino e A.D. della Zeoli Fruit – anche perché il nostro prodotto ha bisogno di campagne di sensibilizzazione che lo difendano dalla concorrenza straniera, in particolare da quella greca, turca, spagnola e perfino da quella iraniana”.
Ma ovviamente non si sta con le mani in mano neanche dal punto di vista operativo, si sta lavorando infatti per l’ampliamento della struttura logistica e produttiva e, tramite un consorzio di imprese, per entrare nella produzione di una nuova varietà di kiwi a polpa gialla, il “Dorì”.
Da TerraeLab un ringraziamento a Zeoli Fruit e alla famiglia allargata dei collaboratori, una vera squadra.
LA SCHEDA
Zeoli Fruit
Tel. 06.96871047
Fax. 06.96872426
Sede operativa e Direzione Commerciale:
via della Quaglia – 04012 CISTERNA DI LATINA (LT)
Il prodotto di punta: Kiwi Hayward
La sfida: il “Dorì”, nuova varietà di kiwi a polpa gialla
La difficoltà: concorrenza da Paesi con costi di coltivazione più bassi
Il punto di forza: qualità, controllo e personalizzazione del packaging
Il futuro: ampliamento della struttura e miglioramento della logistica