Contributi accoppiati, in Italia ancora poca attenzione a questi fondi

Contributi accoppiati, in Italia ancora poca attenzione a questi fondi

Forse le difficoltà delle domande, forse i tempi biblici per ottenere il credito, forse ancora un senso di Europa poco sensibile alle attenzioni degli olivicoltori italiani, quale che sia la ragione il risultato è che il settore non fa quasi più richieste di fondi anche quando ne avrebbe diritto (e bisogno).
 
La criticità è stata messa in evidenza dall’Agea tramite i dati della Domanda Unica 2016, che conferma come gli ettari olivetati ammessi al contributo siano addirittura scesi anziché salire.
 
Il lato positivo del fenomeno è che quelli che invece hanno fatto richiesta hanno ottenuto più del previsto, addirittura quasi il 50% in più ad ettaro.
 
Ad aggiungersi a queste cifre ci pensa la possibilità prevista dall’Italia di accedere al premio “per l’olivicoltura di rilevanza economica, sociale, territoriale e ambientale.”
 
Ovvero per chi aderisce a denominazioni d’origine.
 
In questo caso l’olivicoltore, oltre a disporre di olivete correttamente censite e registrate nel sistema di certificazione Dop, dovrà essere in possesso di attestazione rilasciata dall’Ente competente alla certificazione che provi l’adempimento agli obblighi previsti dal sistema di qualità.
 
Anche in questo caso, forse per questioni burocratiche, le richieste sono state sostanzialmente poche.
 
In ogni caso il segnale è chiaro, gli agricoltori cominciano a non credere più nel sostegno europeo, il che è un problema chiaro e pericoloso non solo per il settore primario ma per la stessa tenuta del sistema Europa.

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