di Fabio Ciarla
Il mondo delle vendite online è ormai consolidato in diversi settori, stenta praticamente solo nell’agroalimentare e il Lazio in questo non fa eccezione.
I motivi ovviamente sono molteplici, primo fra tutti probabilmente le difficoltà e i rischi del trasporto, tuttavia gli analisti della materia sono quasi unanimemente convinti che anche cibo e vino, a breve, si venderanno in grandi quantità online.
Per quanto riguarda l’ortofrutta esistono già esperimenti di vendite “a pacchetto” a data fissa, con l’arrivo a casa di un mix stagionale consegnato direttamente dal produttore a casa.
Per il vino, invece, la situazione si fa più complicata, essendo un tipo di consumo decisamente meno costante e con una varietà di scelte potenzialmente infinita.
Gli ecommerce più grandi riescono a fare numeri che consentono loro di generare profitti, mentre le singole aziende – a meno che non si tratti di “big” del settore – non possono permettersi una rivendita online personalizzata.
La soluzione potrebbero quindi essere delle forme di aggregazione, di territorio o di tipologia di vino, andando magari ad inserirsi anche nel B2B.
Per ora comunque si tratta di una nicchia, piccola e decisamente minoritaria per le cantine del Lazio, che non vedono giustamente in questo canale la soluzione ai loro problemi.