Il grande caldo e la siccità estrema stanno spingendo in avanti le lancette degli orologi dei viticoltori italiani, alle prese con una maturazione precoce delle uve.
Se non era una novità per la Sicilia vedere in attività le cantine già a fine luglio, di certo per il Lazio è quasi del tutto un’esperienza nuova ma, quest’anno, necessaria.
Le prime stime parlano di un calo della produzione intorno al 10-15%, quindi nella forbice dei 40-45 milioni di ettolitri di vino.
Ovviamente, come sempre, molto è ancora in ballo sia come quantità sia come qualità, i mesi di agosto e settembre sono infatti critici per tutte le varietà tardive, ovvero la quasi totalità di quelle autoctone italiane.
Di certo per ora si è conservata una buona salubrità del raccolto, in particolare per le uve pinot e chardonnay, le prime a maturare.
Per i grandi rossi a base Sangiovese, Montepulciano e Nebbiolo, ci sarà invece da aspettare e sperare che le piogge arrivino ma in modo leggero e costante, non con caratteristiche monsoniche insomma.