La data di scadenza dell’olio, perché è importante

La data di scadenza dell’olio, perché è importante

Per gli olii di alta qualità il termine minimo di conservazione è quasi sempre di diciotto mesi dalla data di confezionamento ma non tutti sono d’accordo sulle reali capacità di mantenimento delle caratteristiche organolettiche, e di legge, dell’olio così a lungo.

Anche in virtù, naturalmente, delle condizioni di stoccaggio, non sempre ottimali.

Il tema è di particolare importanza in quanto se le bottiglie, o altri contenitori, di olio extravergine di oliva messi in commercio non riportano la data “preferibile” di consumo, le sanzioni previste sono molto pesanti e arrivano fino a 9.500 euro.

Per fortuna esistono “guide” adatte a chiarire qualsiasi dubbio sulle etichettature, come ad esempio il volume “Succo di olive. Guida ragionata alla conoscenza degli oli, dalla produzione al consumo consapevole”, edito da Olio Officina e curato da Giovanni Lercker, Luigi Caricato, Stefano Cerni e Lorenzo Cerretani.

Si parte ovviamente dalla differenza tra prodotti deperibili, l’esempio classico è quello del latte, che vanno consumati entro una certa data perché successivamente si modificano e creano rischi per la salute.

Altri invece, come nel caso dell’olio, si considerano “da consumare preferibilmente entro una certa data” perché, se correttamente conservati, pur se consumati successivamente la data riferita non provocano problemi e rischi per la salute. Questa è la discriminante di base e dalla quale bisogna partire per l’etichettatura degli oli.

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