Destinatario è il CONOE, ovvero il Consorzio nazionale di raccolta e di trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti, mentre “fornitori” sono in un certo senso gli agricoltori italiani.
Da luglio infatti è previsto per legge che gli olivicoltori paghino un “contributo” per lo smaltimento al CONOE, tassa applicata – a certe condizioni – addirittura nella versione extravergine.
La problematica, solo l’ultima di un settore che certo non dà segnali di benessere, è stata evidenziata dal Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO) che ha chiesto al Ministero di trovare un compromesso che non pregiudichi la stessa sussistenza di molte realtà di piccole e medie dimensioni, già vessate da controlli e tassazione, nonché da una concorrenza spesso spietata.
La novità infatti non sembra rientrare nella casistica tipica della filiera agroalimentare, il che rende gli olivicoltori ancor più indispettiti.