di Fabio Ciarla
Sul web Coldiretti lancia la campagna “salviamogliulivi” e organizza per giovedì 29 settembre a Firenze la “Giornata Nazionale dell’Extravergine Italiano”, ma dalle prime stime della nuova campagna olivicola ormai alle porte sembra che soprattutto bisogna salvare i produttori di olio italiani.
Siamo infatti di fronte ad una nuova dura stagione, forse non come quella del 2014 ma sicuramente dalle produzioni scarse, alle quali però – contrariamente alle regole del mercato – non corrisponderanno aumenti significativi dei prezzi.
I problemi sono di vario tipo e vanno dalle condizioni climatiche agli attacchi della mosca e non va meglio agli altri grandi Paesi produttori del Mediterraneo (Tunisia, Spagna e Grecia).
Un problema che da una parte crea malumori e dall’altra preoccupazione da parte degli imprenditori agricoli.
Nel caso in cui le stime di produzione, al momento fissate intorno alle 250 mila tonnellate, scendessero ulteriormente toccando quota 230 mila, sarebbe più che prevedibile una necessità di importazione notevole.
Da considerare comunque, anche in ottica prezzi, la presenza di scorte notevoli che saranno ovviamente immesse sul mercato in particolare dal nostro Paese e dalla Spagna.
Certo anche la Spagna, dal potenziale teorico di 2 milioni di tonnellate, quest’anno sta affrontando una crisi notevole, tanto da far pensare di raggiungere solo quota 1,3 milioni, non bene la Grecia e male la Tunisia che probabilmente non arriverà alle 100 mila tonnellate a causa della siccità.
Detto questo le previsioni per i prezzi dell’extravergine parlano di un 4,5 euro per chilogrammo per l’olio italiano e 3,5 euro per quello spagnolo, in netto calo rispetto alla stagione 2014.
Problemi di scenario e di battaglia quotidiana, come sottolinea Unaprol, che ha lanciato la campagna “Chi rabbocca t’imbroglia”.
Il Consorzio Olivicolo italiano mira in questo modo a far rispettare il divieto di servire oli extravergine di oliva senza tappo antirabbocco negli esercizi pubblici (ristoranti, bar, tavola calda, self service ecc.).
Una legge dello Stato vieta categoricamente che ciò possa accadere e prevede severe sanzioni con la confisca del prodotto.
La bottiglia sporca di olio è la prova evidente – sostiene Unaprol – che la stessa è stata rabboccata e non si sa con quale olio che, spesso dai controlli effettuati, è risultato di categoria inferiore e neanche conservato nel migliore dei modi.
Siamo il Paese primo al mondo per l’alta qualità delle sue produzioni, per la tracciabilità del prodotto, per numero di cultivar a disposizione e per altrettanti profili organolettici che sono la vera ricchezza del nostro made in Italy olivicolo.
La nostra biodiversità è il fiore all’occhiello di un’olivicoltura, diversa dalle altre in circolazione, che trova il punto di equilibrio più alto nell’eccellenza delle sue produzioni.
A volte basta così poco per difendere il vero prodotto italiano facendo rispettare le leggi che sono già in vigore e che non producono ulteriori costi per la collettività.
Intanto all’appuntamento Coldiretti di Firenze sono attesi, oltre al presidente dell’associazione Roberto Moncalvo e l’intera giunta nazionale, il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e quello della Giustizia Andrea Orlando, insieme a 10 mila agricoltori che sicuramente faranno sentire la loro voce per il futuro del settore che è a tutti gli effetti una parte fondamentale del nostro agroalimentare.