di Fabio Ciarla
Per un comparto in difficoltà, almeno nel Lazio, è bene tenere presenti quali sono le tendenze e gli andamenti del mercato.
Bene, l’ultima ricerca Wine Monitor Nomisma (sui dati FIBL) ha evidenziato una forte crescita del vino “bio”, il che apre nuove porte ai territori dei Castelli, dell’Agro Pontino e della Tuscia, dove le condizioni climatiche e i territori particolarmente vocati, permettono più facilmente produzioni biologiche.
L’Italia d’altronde con oltre 83.000 ettari di vigneti coltivati con metodo organico è il primo Paese europeo per incidenza di superficie vitata biologica (11,9% sul totale), seguita da Austria con 11,7% e Spagna con 10,2%.
E la viticoltura biologica non accenna a fermarsi, anzi cresce con tassi davvero astronomici, anche in Europa.
Proprio nel vecchio continente risiede l’88% della superficie vitata biologica del mondo.
Tutto, comunque, torna poi al mercato, dove le richieste di vini biologici continuano a crescere in modo ben più consistente rispetto al consumo generale.