Fino al 30 Settembre 2016 sarà possibile presentare domanda allo scopo di ricevere un sostegno per tutti gli agricoltori in età compresa tra i 18 e i 40 anni che si insediano per la prima volta in un azienda agricola, sia come titolari di un’impresa individuale che in una  società agricola (persone, capitali o cooperativa) di nuova costituzione; ciò sarà valido anche per coloro che si insediano in un’azienda agricola comune, quindi non “come unici capi dell’azienda”.

La misura può essere applicata su tutto il territorio regionale e alle aziende ricadenti su regioni limitrofe la cui SAU (superficie agraria utile) sia distribuita per almeno il 50% nel territorio laziale.

Il sostegno concesso per l’insediamento è di 70.000 Euro concessi in due rate, la prima del 70% e la seconda per la restante parte.

La domanda di sostegno corredata del Piano aziendale (relazione) e, qualora necessario, dal computo metrico estimativo, deve essere trasmessa in formato PDF tramite e-mail certificata (PEC) all’Area Decentrata Agricoltura (ADA) competente per il territorio.

da Coldiretti

La possibilità di accesso al credito è determinante per il nuovo insediamento in agricoltura di almeno ventimila giovani, reso possibile dall’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani di Sviluppo Rurale presentati dall’Italia. E’ quanto si afferma in occasione della firma del protocollo d’intesa Diamo credito all’agroalimentare italiano tra il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San Paolo alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha stanziato 6 miliardi nei prossimi 3 anni, per il settore che possono generare 10 miliardi di investimenti e complessivamente 70mila nuovi posti di lavoro.

L’approvazione di tutti i Piani di Sviluppo Rurale (Psr) 2014-2020 da parte della Commissione Europea ha formalmente garantito – sottolinea la Coldiretti – l’avvio della nuova programmazione sullo sviluppo rurale per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020 e le regioni hanno iniziato la pubblicazione dei primi bandi  per i “giovani” tra 18 e 40 anni, che intendono insediarsi in agricolturacon interventi che possono arrivare ad offrire – spiega la Coldiretti – fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l’attività oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%. Una risposta alla crescente domanda di agricoltura da parte dei giovani che, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè, nel 57 per cento dei casi oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento). Ma anche – continua la Coldiretti – un sostegno alla competitività dell’agricoltura poiché le aziende agricole condotte dai giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.

Gli interventi non si limitano però solo ai giovani ma – sottolinea la Coldiretti – nei piani di sviluppo rurale regionali approvati ci sono ingenti risorse destinate a investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali che contribuiranno al rilancio delle aziende agricole e forestali, favorendo un miglioramento delle prestazioni economiche, incoraggiando la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole nonché la diversificazione delle attività. Non mancano però – continua la Coldiretti – risorse per la sostenibilità delle produzioni e per il biologico, per l’agricoltura sociale fino alla consulenza aziendale e l’innovazione che possono sostenere la distintività ed i primati qualitativi e di sicurezza alimentare ed ambientale dell’agricoltura italiana.

Le produzioni italiane – ricorda la Coldiretti – hanno il primato della sanità e della sicurezza alimentare, con un record del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge. L’Italia ha il maggior numero di imprese biologiche in Europa (quasi cinquantamila) che coltivano oltre un milione di ettari di superficie bio. L’agricoltura italiana che ha scelto di non coltivare ogm vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con ben 276 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4886 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 341 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 74 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 123 a indicazione geografica tipica (Igt). L’Italia, infine, vanta un paesaggio unico che – conclude Coldiretti – è meta di un crescente flusso turistico nei 871 parchi e aree protette presenti in Italia che coprono ben il 10% del territorio nazionale. Una tendenza confermata dalla crescita dell’agriturismo che può contare su 21.000 aziende agricole. E il Paese è anche leader europeo per il turismo enogastronomico, con un movimento annuo di circa 5 milioni di appassionati.

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